Storia ALPINI PARACADUTISTI

La storia dei “mai strac”

Il 4° reggimento alpini paracadutisti trae origini storiche dall’omonimo reggimento alpini, costituito nel 1882, che aveva inquadrato gloriosi battaglioni fra i quali quello sicuramente più famoso il leggendario btg. alp. “M. Cervino”. Questo battaglione si forma nell’inverno 1915 e partecipa al 1° conflitto mondiale.

Soppresso al termine del primo conflitto mondiale, viene ricostituito come battaglione sciatori autonomo a seguito di specifiche direttive dello Stato Maggiore Esercito che aveva individuato l’esigenza di formare in seno alla Scuola Centrale Militare di Alpinismo di AOSTA Unità speciali con compiti di ricognizione veloce su terreni impervi: il btg. “Duca degli Abruzzi” formato nel 1936 ed, appunto il btg. sciatori Monte Cervino nel dicembre 1940, quest’ultimo inizialmente costituito da atleti del nucleo Pattuglie sci-veloci della stessa Scuola. Il “M. Cervino” viene immediatamente impiegato nel secondo conflitto mondiale e si scioglie al termine delle operazioni sul fronte greco-albanese per tornare in vita nell’ottobre1941. Partecipa alla campagna di Russia meritando la massima ricompensa al valor militare quindi viene nuovamente soppresso nel settembre 1943.

NASCONO GLI ALPINI PARACADUTISTI

Nell’immediato dopoguerra, nell’ambito delle Truppe alpine, è sentita l’esigenza di costituire nuovamente unità speciali in grado di sfruttare nuovi sistemi per muoversi rapidamente in zone impervie. Sulla scorta dello sviluppo delle operazioni per via aerea durante il precedente conflitto, la cosiddetta 3^ dimensione, viene costituito il 1° settembre 1952 presso la Brigata alpina “Tridentina” a BRESSANONE il primo plotone di alpini paracadutisti; successivamente, per ciascuna Brigata alpina (“Julia”, “Taurinense”, “Cadore” e “Orobica”) nell’ordine i relativi plotoni di alpini paracadutisti. Dopo l’addestramento preliminare presso il Centro di Paracadutismo in Pisa per 4 settimane allo scopo di conseguire il brevetto di paracadutismo, il personale veniva sottoposta alla specializzazione su sci e in roccia, affidata alla capacità dei quadri istruttori prima di effettuare le successive escursioni estive e invernali lungo tutto l’arco alpino e, in certe occasioni, anche sugli Appennini. Il primo lancio in montagna venne effettuato dagli alpini paracadutisti del plotone della “Tridentina” sul ghiacciaio del Ruitor (Val d’AOSTA) a 3000 metri di quota.

Oltre all’attività di specialità, gli alpini paracadutisti garantivano in addestramento e in operazioni condotte sul territorio nazionale e in addestramento congiunto con altre unità della Nato standard elevatissimi, tanto che messi a confronto con i professionisti d’ altri eserciti riscuotevano sempre ammirazione e plauso. Anche a livello sportivo, grazie al Gruppo Sportivo omonimo costituitosi nel 1967, una delle società sportive più anziane dell’Alto Adige, sia in gare militari che civili gli uomini e le donne del 4° rgt. alp. par. hanno sempre riscorso eccellenti livelli di prestazioni e risultati di ottima taratura. Il 1° aprile 1964 si costituisce la compagnia alpini paracadutisti alle dipendenze del 4° Corpo d’Armata alpino, con il personale dei disciolti plotoni alpini paracadutisti delle cinque Brigate alpine. La Compagnia Alpini Paracadutisti del 4° Corpo d’Armata, raccogliendo il bagaglio di tradizioni ricevute, prosegue il proprio cammino specializzando il personale di leva e sviluppando la capacità degli istruttori di roccia e sci e paracadutismo. Nel 1984,a traguardo di sforzi conseguiti negli anni è costituito un gruppo di ufficiali e sottufficiali abilitati al lancio con la tecnica della caduta libera per migliorare le capacità di infiltrazione in terreni montani e impervi. Il 1° gennaio 1990 la stessa Compagnia riceve  il nome di Compagnia Alpini Paracadutisti  “M. Cervino” divenendo così ufficialmente erede delle tradizioni acquisite dal leggendario battaglione sciatori omonimo. Il 14 luglio 1996 la compagnia è inserita nel Battaglione. alpini. paracadutisti. “Monte Cervino”, Unità di nuova formazione alla quale con decreto 28 novembre 1996 viene concessa la Bandiera di guerra. La dipendenza rimane la stessa anche se nel frattempo il 4° Corpo d’Armata alpino è stato riconfigurato nel Comando Truppe alpine.

NASCONO I RANGER ITALIANI

 

A partire dal 1999, sulla scorta di specifiche direttive dello Stato Maggiore Esercito, viene implementato il progetto “ranger” che prevede la trasformazione progressiva degli alpini paracadutisti in prima Unità ranger dell’Esercito italiano ovvero Unità d’elite della Forza Armata alimentata con Volontari in Ferma Breve ed in Servizio Permanente. Tale Unità entra a far parte delle Forze per Operazioni Speciali (FOS) dell’Esercito Italiano. Un iter formativo della durata di un anno costituisce selezione ed addestramento per conferire la necessaria capacità ad operare in qualsiasi ambiente per la condotta di azioni dirette in profondità, l’esecuzione di compiti di fanteria leggera e la capacità di fronteggiare esigenze operative improvvise; Gli aspiranti devono superare alcune prove fisiche per accedere all’iter qualificativo ranger. Soltanto il superamento con esito positivo del corso di paracadutismo e del “Corso di qualificazione Ranger” consentono l’accesso definitivo e completo all’Unità.nIl 25 settembre 2004 il battaglione entra nel ricostituito 4° reggimento alpini paracadutisti, al quale viene consegnata la storica bandiera del 4° alpini decorata di 2 medaglie d’oro al valor militare, 9 medaglie d’argento al valore militare, 1 medaglia di bronzo valore militare, una medaglia la d’argento di benemerenza, una medaglia d’argento al valor civile. Così, il 4° rgt. alp. par. Nella sua fisionomia “ranger” è preparato a pianificare organizzare e condurre operazioni speciali e a svolgere i compiti della fanteria leggera ad alto rischio. Opera di norma a livello di plotone / compagnia in modo complementare alle forze speciali ed è un eccezionale concentrato di efficienza, esperienza e prontezza concepito e addestrato per operazioni in profondità su obiettivi di elevato valore operativo e strategico. Rappresenta insomma una forza rapidamente impiegabile e un sicuro fattore di potenza se oculatamente indirizzato su obiettivi altamente remunerativi.

ALPINI PARACADUTISTI E  RANGER IN OPERAZIONI

Il 4° rgt. alp. par. ha partecipato alla maggior parte delle missioni operative a partire dalla fine dell’era della contrapposizione Est – Ovest:

– anno1993: “Operazione Albatros” in Mozambico con una compagnia organica;

– anno1997: nell’ambito della missione SFOR in Bosnia ERZEGOVINA con una compagnia organica; al riguardo, è importante evidenziare che queste due attività operative, sono state condotte con personale di leva, poiché soltanto dalla fine del 1997 gli alpini paracadutisti sono stati alimentati organicamente con personale volontario;

Inoltre:

– nell’ anno2000: nuovamente nell’ambito della missione SFOR in Bosnia ERZEGOVINA con una compagnia organica;

– nell’anno2002: missione ISAF in Afghanistan come framework del gruppo tattico “Italia” (livello btg.);

– nell’ anno 2003 operazione ENDURING FREEDOM in Afghanistan inquadrati nella Task Force “Nibbio” con una compagnia organica.

Successivamente, a partire dal 2004, le operazioni condotte hanno visto continuamente i Ranger impegnati in molteplici attività operative: dalle scorte ai Comandanti dei contingenti impiegati, ai plotoni impegnati nelle varie attività di Ricognizione e sorveglianza e presidio del territorio in modo autonomo o inquadrati in Task Group di Forze per Operazioni speciali:

– missione “Antica Babilonia”, con un plotone rinforzato nell’ambito del Task Group “Condor”;

– missione ISAF con distaccamenti, scorte e plotoni sia nell’area di Kabul sia in quella di Herat – Farah;

– missione “Unifil 2”, con la scorta al Force Commander;

  • per ultimo, costituendo nell’ambito di ISAF la Task Force a livello battaglione denominata “Surobi” nell’omonimo distretto ad est di Kabul
  • FONTE :WWW.MAI STRAC.IT